Lasciamo il porto di Lavrio con un buon 20 nodi di bolina. Tre mani di terzaroli e un robusto olimpico ci permettono di affrontare con tutta sicurezza raffiche di 30 nodi ed un mare cortissimo e spumeggiante. Una pacchia per questo Grand Soleil 45 fatto per sopportare condizioni ben più gravose. Spruzzi occasionali a bordo aiutano a tenerci vigili e allegri nel comodo pozzetto. Luigi preferisce non utilizzare il timone automatico, sempre comunque acceso e pronto ad essere inserito in caso di necessità, per cui ci alterniamo al timone seguendo la rotta tracciata dallo skipper sul plotter prima della partenza. Ed eccoci dopo una trentina di miglia all’imboccatura del porto di Karystos, ridente cittadina (chissà perché nei depliant turistici le cittadine sono sempre ridenti!) dell’Eubea meridionale. Il porto è molto ampio formato da un lungo molo parallelo alla costa ed a un molo di sottoflutto. Luigi che privilegia sempre la sicurezza, prepara l’ancora ammiragliato e quindi ci ancoriamo con due ancore in tandem e poppa alla banchina. Di fianco a noi un gigantesco Ferretti da 90 piedi battente bandiera inglese ci guarda dall’alto in basso.. Ci sentiamo piccoli, ma grandi di spirito.La scelta di Karystos si rivela saggia e fortunata. Rimarremo qui quattro notti, rallegrati ( …si fa per dire) da un Meltemi “vivace” con punte oltre i 50 nodi. Karystos offre di tutto: supermercati, panetterie (ottimi i biscotti alla cannella appena sfornati), pescherie ecc. Riusciamo perfino a ricaricare la bombola sub che Italo aveva utilizzato per controllare le ancore (la sicurezza!!!). Affittiamo un’automobile, più che piccola ….intima e tutti e cinque, ( lo skipper rimane a sorvegliare il Meltemi) e ce ne andiamo a zonzo per quest’isola che, come il resto della Grecia, deve aver conosciuto giorni migliori. Ora siamo a Marmari a nord est di Karystos dopo 25 miglia, inizialmente col solo olimpico e quindi con le solite tre mani sulla randa. Grande vela!!!