Patrasso, porto principale
Veleggiata con vento al lasco fino al porto di Patrasso con slalom tra navi e traghetti. Ingresso a motore fino alla banchina dove Luciano saltando si sloga la caviglia senza gravi conseguenza. La polizia non permette una lunga sosta in banchina quindi Paolo contatta il marina e prenota per lunedì un posto in marina per una settimana.
Ciao, Luigi
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da Gino
Possiamo dire che in fondo (ma molto in fondo) di essere stati fortunati con il vento.
Riusciamo a salpare, alle14:00, a vela senza accendere minimamente il motore. Gli esperimenti in questo senso che talvolta facciamo per divertimento, questa volta sono serviti per davvero.
Una bava di vento (fortunatamente a favore) e ci muoviamo appena. Poi il tempo passa ed il vento aumenta leggermente. Facciamo una bolina stretta poiché il vento è da SW .
Ci è sufficiente però per raggiungere 4/5 nodi.
Al traverso di Lefka, ovviamente la dobbiamo superare all’esterno (dalla parte dell’Italia per intenderci) il vento ruota e dobbiamo fare un paio di bordi. Intanto la securité ci manda in continuazione avvisi di burrasca. Ci prepariamo ad affrontarla visto che comunque non abbiamo alternative (senza motore nulla si può fare) Armiamo lo strallo e l’olimpico e ci teniamo pronti.
Intanto il vento è sempre più a noi favorevole, 15 nodi al traverso. Ottimo, filiamo anche ad 8 nodi.
Alle ore 02:00 raggiungiamo il canale tra Lefka e Cefalonia ed il mare interno , poi puntiamo direttamente su Patrasso. Il vento aumenta notevolmente ma sempre a favore. Ora sono 25 nodi al gran lasco.
Arriviamo così, solo con il fiocco senza randa, a Patrasso alle ore 17:00 del 19/07/09. Abbiamo fatto 113 miglia tutte a vela e senza l’ausilio del motore.
Chiamiamo il marina (tramite Paolo amico di Luigi che parla greco) ma ci dicono che peschiamo troppo ( mt.1,80) Chiamo la capitaneria di porto e spiego il mio problema. Mi autorizzano all’ingresso ma solo dopo la partenza di tutti i traghetti,( vale a dire 2 ore fuori dal porto cercando di mantenere un minimo di punto fermo facendo virate e strambate in continuazione). Anche mettersi in cappa ci faceva scadere troppo visto il vento forte.
Entriamo nel porto mentre il vento rinforza ancora e noi dobbiamo fare tutto possibilmente a vela. Siamo stanchi e stressati , la concentrazione è difficile da mantenere, dobbiamo ormeggiare all’inglese ma la banchina è alta, il vento soffia forte e c’è risacca. Accendiamo il motore per 10′ , non ci sono problemi, la riparazione provvisoria tiene abbastanza.
Luciano nel saltare a terra scivola e cade, fortunatamente, in qualche maniera, riesce a salire sul molo. Rimane immobile a terra ma non possiamo soccorrerlo subito, dobbiamo prima ormeggiare .
Chiamo via radio il porto che mi mandino un’ambulanza. Temiamo per Luciano.
Domani è un’altro giorno
Gino