Marina di Orikum (Valona)
Il Lotos molla gli ormeggi alle 7.25 e fa rotta alla volta di Orikum, nelle vicinanze di Valona, dove si trova l’unico Marina di tutta l’Albania. Proseguiamo con randa e motore in direzione NW: onda lunga e 4,5 nodi da NW sino a metà mattina, quindi rinforzo all’ingresso del canale d’Otranto sino a 20-22 nodi che, come di consueto, ci sbatte sul muso precludendoci la possibilità di bolinare. Incocciamo per scrupolo la seconda mano e nel frattempo osserviamo sempre più stupiti la costa a poche miglia da noi: è completamente disabitata, non una casa, una strada o un centro abitato per miglia e miglia; ma soprattutto, in uno scenario composto da brulli altopiani e ripide scogliere, una quantità impressionante di feritoie militari in disuso, che aumenta mano a mano che ci avviciniamo a destinazione. All’orizzonte non una barca, non una nave per diverse ore. A un certo punto però, ecco che dall’orizzonte appare un albero a diverse miglia in direzione W. Sta quasi certamente raggiungendo la baia di Valona, ma perché naviga così lontano? Il motivo è presto detto: stiamo per incontrare una ex zona minata. Forse è il caso di seguire l’esempio nel nostro amico ed allargarci quanto basta verso E, per evitare spiacevoli inconvenienti. In compenso possiamo aprire il fiocco e bolinare per quasi un’ora sino a 7,5 nodi. Raggiungiamo così capo Linguetta, dove viriamo in direzione SE costeggiando il Promontorio Karaburum che chiude il golfo di Valona. Il promontorio, circondato da una scogliera che lo rende inaccessibile dal mare, è letteralmente un colabrodo di feritoie e postazioni militari: ne contiamo a centinaia, compresa un’enorme grotta artificiale per navi e sommbergibili scavata nella roccia a strapiombo. Arriviamo al Marina di Orikum verso le 16, con qualche attimo di perplessità dovuto alla totale assenza di indicazioni per l’atterraggio e soprattutto al fondale, che in alcuni punti raggiunge una profondità minima di 3 mt. Il Marina non è molto grande ed è di recente costruzione; non dispone ancora di attrezzatura per l’alaggio delle barche; in compenso acqua e luce sono già attivi ed è anche disponibile una rete wireless gratuita. In darsena troviamo poche barche, circa una ventina, in buona parte italiane. Il resto della giornata è dedicato alla pulizia della coperta e alla toelettatura personale: Luciano ed Ermanno abbandonano la solidale promessa di manenere la barba sfatta da pirata sino a fine viaggio e si ripresentano all’equipaggio belli freschi di crema da barba. Consueta cenetta a base di pesce nel vicino ristorante del marina, quindi nanna quasi per tutti tranne che per il sottoscritto, come vedete ancora intento a completare gli aggiornamenti del diario di bordo… una rapida controllatina alla posta e poi mi metto a ronfare anch’io. A proposito di ronfare: sapeste che concerti notturni danno sul Lotos! Inizia Oscar con un dolce preludio, quindi Michele con un allegro andante; ma il meglio arriva sempre con l’Overture di Luciano, con cui si chiude anche il gran finale delle 5.30. Gino e Luigi fanno da spettatori, mentre io, per fortuna, ho i tappi. ‘Notte a tutti! E.D.R.