Poco prima dell’alba si comincia a intravvedere il profilo montagnoso e vulcanico di Sao Vincent. La giornata è piuttosto brutta con il cielo molto nuvoloso e un forte vento. L’isola si presenta con un aspetto desolato e privo di vegetazione. Alle 10 entriamo nel porto commerciale. Chiediamo a due militari che transitano vicino a noi con un gommone dov’è possibile fare gasolio. Ci indicano una banchina poco distante da dove si puo’ accedere anche alla capitaneria per espletare le pratiche d’ingresso.
Poco dopo attracchiamo e con Nando scendo a terra per recarmi in capitaneria. Veniamo subito adottati da Paulo, un giovane educato e mite, che ci scorta verso gli uffici della capitaneria prima e della dogana poi. In poco più di mezz’ora regolarizziamo il nostro ingresso nell’isola con un esborso di… 6 euro!
Con la nostra guida ci rechiamo ad acquistare del pane e lentamente si riaffacciano nella mia mente le vie conosciute nella mia precedente visita di due anni fa. La città è decorosa ma praticamente priva di qualsivoglia attrattiva urbanistica e commerciale. Paulo ci chiede notizie dell’Italia e dell’Europa. Rispondiamo che è un momento difficile. E per Sao Vincent? Replichiamo noi? A suo dire l’economia è in crescita. Probabilmente gli investimenti fatti nel turismo in anni recenti inbcominciano a fruttare.
Al mercato municipale incontro di nuovo anche Andreisa, una signora di un’innata simpatia che vende frutta e verdura e che nel passato ha lavorato in Olanda.
A bordo fervono i lavori di approvvigionamento; dopo il gasolio è la volta dell’acqua che sull’isola viene ricavata con un impianto di desalinizzazione e poi dei generi alimentari. La partenza verso i Caraibi è prevista per domattina.