Alle 17 “Simonico” arriva, dopo 12 giorni di traversata, davanti alla baia di Le Marin. Poche ore prima è toccato a me rivedere per primo il profilo della terraferma: il tipico cono del vulcano Pelee si è improvvisamente appalesato, circondato da nubi e foschia, all’orizzonte.
La traversata, pur sempre faticosa per i turni di guardia, è stata tranquilla. L’oceano è rimasto calmo e il vento ha spirato quasi con regolarità.
La nota saliente della traversata è stata la rottura dello spinnaker, che dopo aver dato il meglio di se il primo giorno, il giorno successivo è esploso, lasciando “Simonico” priva di un’adeguata vela per navigare con vento di poppa.
Per quanto riguarda la pesca, la cattura più importante si è verificata a 700 miglia dalla Martinica. Il 13 dicembre, alle ore 8 locali, un enorme Wahoo (137 centimetri di lunghezza, peso stimato una ventina di chili) abbocca alla canna da 80 libbre. Il confronto si conclude, aiutato da Franco, dopo mezz’ora.
A pochi giorni dal termine della traversata, la rottura del grillo che sosiene lo yankee (una vela che viene issata a prua) ci costringe a ripiegare sulla trinchetta, una vela poco adatta per la nostra andatura.
Con l’aiuto del motore possiamo però concludere tranquillamente il nostro viaggio.