Tornando a parlare di Cristoforo Colombo vien voglia di capire meglio quali tecnicamente fossero gli strumenti da lui utilizzati, ma anche dagli altri grandi esploratori.
Sfruttò gli alisei per le rotte di andata e i venti occidentali per le rotte di ritorno. Pensiamo che queste conoscenze sono ancora la base per le traversate a vela. E’ passato oltre mezzo millennio ma funziona ancora così, ovviamente. Con la scoperta della nuova rotta finisce il Medioevo e inizia l’età Moderna.
Quindi cosa utilizzò Cristoforo per la traversata: la bussola navale, l’astrolabio (uno strumento molto complesso, usato per misurare l’altezza degli astri sull’orizzonte), delle carte nautiche e dei portolani, la clessidra per misurare il tempo, lo scandaglio (costituito da un cavo su cui erano segnate delle specie di tacche a spazi regolari con alla fine una specie di tazza incava fatta di piombo per poter raccogliere parte del fondo marino), il quadrante (usato per misurare l’altezza della Stella Polare sull’orizzonte e utile per tentare di calcolare la latitudine), il compasso, un nuovo timone imperniato di ferro, la caravella (nave a tre alberi che garantiva ottime e veloci manovre). Ma quando Colombo si allontanava dalle coste fino ad allora conosciute parte degli strumenti di bordo diventavano inutilizzabili. Infatti carte nautiche e portolani, ma anche le conoscenze riguardanti le stelle e la loro posizione, insomma tutto diventava difficile e nuovo. Che dire dello scandaglio che veniva strausato nella navigazione nel Mediterrano ma che era assolutamente inutile per i fondali oceanici. E anche la bussola, beh uno dei primi problemi che Cristoforo affrontò durante il primo viaggio fu che ad un certo punto della traversata il Nord letto nella bussola era assai distante da quello della Stella Polare e questo diede enorme angoscia a tutto l’equipaggio. Infatti proprio nell’Atlantico centrale Crisfoforo lesse uno scostamento angolare molto grande, di oltre i 20°. Senza rendersene troppo conto aveva scoperto la declinazione magnetica e l’esistenza dello scostamento del polo nord geografico da quello magnetico.
Infine la caravella, ecco uno dei segreti per le traversate – grande quanto Simo.Nico – sarà fondamentale, perché imbarcazione di piccole dimensioni (lunga una ventina di metri e larga 7-8 metri, con un tonnellaggio relativamente ridotto), in grado di navigare anche con venti sfavorevoli e abbastanza robusta da reggere le burrasche, avendo un fasciame composto da assi sovrapposte e non accostate. Inoltre la sua velatura complessa e maneggevole, sia con vele quadrate – che permettevano di navigare con venti in poppa, per l’appunto gli alisei, che con vele triangolari. Grande sì quasi come Simo.Nico ma con a bordo una trentina di uomini!!!!
Immaginatevi infine l’enorme differenza tra la navigazione di cabotaggio o costiera ossia a vista della costa, normalmente seguita nel Mediterraneo e la navigazione oceanica, totalmente un’incognita.
Riguardo alle amenità Colombo però oltre agli strumenti vari a bordo aveva pronti anche dei regali da donare alle popolazioni che avrebbe incontrato e tra questi sacchi di perle di vetro, aghi, campanelli, piccoli specchi e dei berretti rossi, oggetti che piacevano molto ai neri dell’Africa e che Cristoforo confidava sarebbero stati graditi dagli abitanti da lui incontrati.
Insomma una grande avventura la sua – ma anche la vostra – con tante incognite ma con una profonda convizione, quella di riuscire, quella di arrivare. La stessa che avete voi……