Lotos, domenica 23 agosto 2009

Corfù

Partenza da Meganisi alle 06.30 per attraversare in tempo utile il canale di Lefkas, zona paludosa tra l’omonima isola e la terraferma, un pò insolita rispetto al paesaggio ionico “da cartolina” cui siamo abituati: all’imbocco del canale, infatti, un’enorme discarica a cielo aperto ci dà il benvenuto, con tanto di olezzo che ci accompagna lungo tutto l’attraversamento del canale. Dopo pochi minuti il Lotos si trasforma in una sorta di caron dimonio che naviga negli inferi; l’equipaggio non vede l’ora di uscire da questo girone dantesco fatto di acqua marcescente, odore nauseabondo e paesaggio desolato, per ritornare al paradiso blu dello Ionio di cui ormai non possiamo più fare a meno. Dal portolano apprendiamo che il ponte girevole si apre ogni ora esatta. Guardiamo gli orologi: mancano solo dieci minuti alle 9, l’attesa può tutto sommato considerarsi limitata. Attendiamo con ansia l’ “omino del ponte”, ma dopo dieci, venti, quaranta minuti di attesa le nostre speranze iniziano ad affievolirsi: niente da fare, il ponte apre a orario flessibile, a seconda di quante barche ci siano in attesa; meglio ripassare verso le dieci e poi si vedrà. Torniamo mestamente indietro per attendere l’apertura del ponte nel porticciolo del paese, attraccati all’inglese. Dopo un rapidissimo (e fallito) tentativo di ricerca di un fruttivendolo da parte di Oscar ed Ermanno, giusto per ottimizzare i tempi morti, ritentiamo il passaggio del canale per le ore dieci e finalmente, dopo altri trenta snervanti minuti di attesa, il ponte magicamente si apre. Usciamo dal canale assieme ad un’altra ventina di imbarcazioni e finalmente ritroviamo l’aria, la bellezza dello Ionio e la libertà. Per il poco vento a disposizione (ovviamente in faccia) siamo costretti a smotorare per tutto il giorno, direzione N, alternando la sola randa a tentativi più o meno riusciti di svolgimento del fiocco. L’equipaggio, privo di bolinate mozzafiato a vento fresco, cerca di ammazzare il tempo come può: un pò dormendo, un pò ripassando le dispense di Marione della Lega Navale di Milano, un pò traguardando qualsiasi oggetto galleggiante nel raggio di visibilità, onde disquisire di possibilità o meno di rotta di collisione con barche e traghetti circostanti. E così, alle 18.55, finalmente l’arrivo a Corfù dopo 12 ore di navigazione. Diamo ancora in rada davanti allo stupendo castello, quindi gonfiamo il tender e dopo un lavaggio collettivo a base di acqua di mare ci prepariamo per la serata in città, vestiti e calzati di tutto punto. Squisita cenetta in ristorante stile veneziano a base di pietanze locali, quindi rientro forzato causa sospetto (poi fugato) di temporale imminente. Per domani, a seconda delle condizioni meteo, le ipotesi sono: a) Parte N di Corfù; b) Albania; c) Tiratona diretta sino a Dubrovnick. Cosa succederà? Lo scopriremo solo vivendo. Buonanotte! E.D.R.

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