Mlijet
Anche oggi niente vento. Aspettiamo che passi il solito temporale giornaliero e salpiamo alla volta dell’isola di Mljet. Un’altra tappa verso sud.
La scelta è per il paesino di Polace (42°47’1 – 17°22’8) poiché è un approdo più suggestivo di Pomena ed è sulla nostra rotta verso Dubrovnik. Inoltre Massimo e Keiko non conoscono il parco naturale per il quale Mljet è famosa e da qui’ si può raggiunge molto comodamente.
Ormeggiamo con la trappa di fronte al ristorante Ogigija che ricordo non essere male e prenotiamo per cena la Peka. Per chi non lo sapesse, è un piatto gustosissimo cotto in una pentola di terracotta (la peka appunto) sepolta sotto la brace. La carne o il pesce cucinano così, nel loro sughetto, molto, molto lentamente (tempo di cotture non meno di quattro ore) e rimangono morbidissimi.
E allora il dilemma è: carne o pesce? E’ terribile avere di questi dubbi, ti può togliere il sonno talvolta! Per non sbagliare li ordiniamo entrambi. In una Peka capretto, nell’altra Peka polpo.
Si vive una sola volta, che diamine ! (sono certo che mi capirete.)
Mljet è conosciuta sin dall’antichità’ e pare il suo nome significhi isola del miele. Si dice essere l’isola di Calipso in cui Ulisse soggiornò per ben sette anni prima di far ritorno a Itaca. questo dice la leggenda)
Vero sì, vero no, Mljet è un’isola verdissima coninterno, il suo gioiello che è il parco naturale. A sua volta, all’interno del parco c’e’ un laghetto il cui periplo, tutto sotto i pini, si percorre piacevolmente in bicicletta. Un servizio poi di battellini ti porta all’isolotto, dove sorge un monastero.
Tutto molto spettacolare e molto particolare.
p.s. confermo: la peka mangiata a Ogigija è eccezionale. Suggerisco quella di polpo al capretto. Spesa procapite euro trentacinque tutto compreso.
Gino